5.0 INAIL - Istituto Nazione delle Assicurazioni contro gli Infortuni sul lavoro

L' INAIL (Istituto Nazionale per l' Assicurazione contro gli Infortuni sul Lavoro) è l'Ente di diritto pubblico che gestisce l'assicurazione sociale obbligaroria contro gli infortuni sul lavoro e le malattie professionali.
 
La mia vita professionale è stata scandita per 35 anni presso l'INAIL, che mai nulla mi ha regalato fin dall'inizio, quando raggiunsi la mattina del 16 agosto 1966 la sede di Biella:non avevo ancora compiuto i 25 anni, ma a Napoli non vi erano possibilità lavorative per il sottoscritto, che così dovette abbandonare la propria casa ,i propri affetti, le proprie relazioni sociali, e spostarsi di circa 1000 km!
 
Sen.avv.Luigi Renato Sansone(1903-1967),Presidente INAIL nel 1966
 
Trovai un ambiente diffidente e razzista, dentro e fuori. Dovetti subire scorrettezze e soprusi, dentro e fuori (1."non si fitta a napoletani"; 2."lei potrebbe saper scrivere anche la Divina Commedia,ma qui è l'ultimo arrivato"; 3."Zamprotta, mi getti questa carta nel cestino!", etc.etc. ecc.). Ripetizione del periodo di prova, perchè "...è un bravo giovane, ma non ha voglia di lavorare". Uno si sposta di tanti km, lascia tutto e tutti per sentirsi dire queste cose!Grande "umanità e sensibilità" contraddistingueva la maggior parte delle persone con le quali ero a contatto a Biella, dentro e fuori. Chi doveva valutare e decidere si affidava alle "confidenze" di "personaggi" incapaci anche di usare lo scovolino del cesso. Ricordo sempre con grande amarezza il periodo dal 17 novembre 1966 al febbraio 1967 quando con ansia ero in attesa del rapporto conclusivo del mio secondo periodo di prova. Ed ero solo. Non avevo nessun familiare, parente, amico, a cui rivolgermi, per avere un consiglio, un conforto!
 
Il "non si fitta a napoletani" si verificò all'inizio di ottobre 1967,quando ero a Biella da oltre un anno.Ero stato a pensione presso una famiglia biellese dall'agosto 1966,grazie all'interessamento dei Padri Filippini,ai quali mi ero presentato con una lettera di un Padre Filippino di Napoli,il Sac.Giovanni Ferrara,che era stato mio compagno più vecchio in Seminario.Lasciai quindi quella pensione nell' aprile 1967 per andare ad abitare con due colleghi in un alloggio in affitto.Facevamo la spesa,cucinavamo,pulivamo la casa e la nostra biancheria. Non mi pesava perchè ero stato abituato a cavarmela da solo,prima in Seminario e poi da militare.Questa esperienza ebbe breve durata,5 mesi appena.Nel settembre 1967 fui piantato in asso,4 a 0, dai due colleghi:uno vinse un concorso pubblico ed andò via;l'altro ottenne un incarico di insegnamento di matematica al suo paese natìo e lasciò l'INAIL,mettendomi in mano un certificato medico da consegnare al direttore della sede.Non ho alcun rimpianto di loro due,che si comportarono molto scorrettamente:infatti,per loro ero stato soltanto un terzo soggetto col quale ripartire le spese dell'alloggio!
 
Quindi dovetti cercarmi una stanza, e mi presentai da una vecchia signora, accompagnato da Sergio Valenzano (in seguito padrino di battesimo del mio primogenito Luigi), napoletano di nascita, ma a Biella dagli anni '30, maresciallo in pensione,ma comandante della Sezione delle guardie giurate di Vallemosso(erano un centinaio!).Non ci fu verso.Appena la vecchia signora sentì che ero napoletano,rifiutò di affittarmi la camera.Incredibile!Rimediai grazie all'interessamento dei miei colleghi d'ufficio,che,improvvisamente(sic!), si ricordarono che a qualche centinaio di metri dall' ufficio vi era una signora,originaria di Ceignola(provincia di Foggia),che viveva proprio così,cioè coi proventi delle camere a pensione.Da lei avevano già alloggiato diversi miei colleghi!La signora Angiola Lops,questo era il suo nome,aveva qualche studente,qualche impiegato,e dei clienti settimanali(tecnici di imprese che avevano in appalto lavori di telefonia per conto della SIP).Preparava anche i pasti e curava la biancheria dei pochi ospiti fissi.Così risolsi il mio problema fino alla data del matrimonio.
 
Nel frattempo dovevo sorbirmi discorsi di questo tenore:"Quando al sud è arrivato Garibaldi,ha distribuito il sapone ai meridionali,che iniziarono a mangiarlo, perchè non sapevano che cosa fosse"! Rispondevo per le rime,parlando del vero Garibaldi,quello che è venuto alla luce da alcuni decenni grazie alle pubblicazioni controcorrente.Ne sapevo qualcosa già allora,perchè nel 1960 il "Roma", quotidiano napoletano, pubblicò per diversi mesi l'inserto "Napoli 1860", da cui cominciai a conoscere la verità sulla 'spedizione dei mille', sui tradimenti degli "intellettuali" meridionali graziati da Ferdinando II° nel 1848, e sui tradimenti di generali dell'esercito e di ammiragli e ufficiali della marina meridionale nel 1860 (tutti costoro erano ovviamente fratelli massoni). Gli intelletuali "graziati" dal Sovrano borbonico nel 1848, li ritroviamo a Torino, nel Regno di Sardegna, a costituire il "Partito dei meridionali", che tramava contro la Patria meridionale!Poi, dal 1860, ovviamente, diventarono tutti eroi e fecero carriera nelle forze armate piemontesi (diventate forze armate del regno d'Italia), in politica, e nella pubblica amministrazione piemontese (diventata la pubblica amministrazione del regno d'Italia che ancora si perpetua oggi con la sua mediocrità e inefficienza, tanto diversa dalla documentata pubblica amministrazione del Regno delle Due Sicilie (per coloro che non credono a ciò che affermo, consiglio di andarsi a leggere la relazione compilata da Vittorio Sacchi, direttore delle contribuzioni e del catasto in Sardegna, inviato a Napoli nel 1861 dal Cavour con l'incarico di regolamentare le finanze napoletane. Costui, come riferisce Francesco Saverio Nitti," constatò che il sistema tributario meridionale era men costoso di quello piemontese e più semplice nelle modalità di riscossione; da lodare, addirittura, il suo sistema di tesoreria e la sua direzione del debito pubblico, tanto che il Sacchi auspicava che potesse fare da modello a quelo nazionale" (cfr.F.S.Nitti, Scritti sulla questione meridionale. Il bilancio dello stato dal 1862 al 1896-97, Laterza,Bari, 1958,vol.II,p.53).Potrei continuare, ma non scriverei più una Sezione del mio sito, ma un saggio storico sulla violenza,sull' aggressione militare,sulla guerra civile che il Regno di Sardegna scatenò nel 1860(con una lunga preparazione politico-diplomatica-militare iniziata nel decennio precedente con la complicità del massonico governo britannico e l'inettitudine dell'avventuriero chiamato Napoleone III!)per impadronirsi di uno stato sovrano,contro la volontà dei suoi abitanti e con la collusione,consapevole o meno,delle potenze dell'epoca. Bastano quindi queste poche frasi che attestano la falsità di tutto ciò che ci è stato tramandato con la vulgata risorgimentale riportata nei libri delle scuole di ogni ordine e grado da "illustri studiosi e storici" nostrani.Ad essi e ai tanti settentrionali critici nei confronti del meridione ricordo anche che,fino alla realizzazione della famigerata unità d'Italia,il meridione non conosceva l'emigrazione.Questa iniziò quando si esaurì il cosiddetto "brigantaggio"(termine coniato dai giornali e dagli intellettualoidi del nord e ripetuto asinescamente dai meridionali collusi). Dopo il 1870 iniziò il lungo esodo dei meridionali verso terre straniere.Si è calcolato che da allora ad oggi sono andati via dal meridione 25 milioni di persone,una parte ovviamente anche al nord,come il sottoscritto.Ovunque sono andati i meridionali si sono fatti apprezzare per le loro capacità e il loro lavoro.Sono fiero e orgoglioso di essere uno di loro.Mi dispiace che al sud siano rimasti "i migliori",cioè coloro che hanno ridotto il sud nello stato in cui oggi si trova.
 
Nota: per chi volesse documentarsi, non credendo alle mie parole sulla "conquista" del sud Italia,mi permetto di consigliare alcuni testi, scritti da autori imparziali: Lorenzo Del Boca (nato a Romagnano Sesia, Novara), Presidente dell'Ordine Nazionale dei Giornalisti:"Maledetti Savoia",Edizioni Piemme, 2000; Indietro Savoia",Edizioni Piemme,2001;Paolo Mieli (milanese),"Storia e Politica:Risorgimento,Fascismo e Comunismo", Rcs Libri, Milano, 2001; Giordano Bruno Guerri (tosco-milanese), "Il risorgimento? E' zoppo,ora gli storici lo riscrivano",il Giornale,5 settembre 2009;storicamente documentati in maniera ineccepibile. Potrei elencare una nutrita bibliografia "controcorrente" di autori al di sopra delle parti,che sedicenti storici e docenti universitari e medi non vogliono prendere in considerazione per il semplice motivo che bisognerebbe riscrivere tutta la storia del nostro cosiddetto risorgimento,Chissà forse verrà un giorno in cui cadranno gli ostacoli di bassa cucina storico-politica-massonica e la verità potrà essere proclamata ai quattro venti. Infine, raccomando la lettura di una interpellanza presentata alla Camera dei Deputati e letta nella seduta del 4 marzo 1991 (resoconto stenografico 597), presieduta dal Vicepresidente Adolfo Sarti,piemontese.Presentatore l'On.dr.Angelo Manna(Acerra,1935-2001), napoletano doc,giornalista e storico. Quindi i festeggiamenti e le commemorazioni del 2011 per il 150° anniversario della cosiddetta "unità" sono da considerarsi assolutamente fuori luogo perchè trattano una pseudorealtà, quella inventata di sana pianta dalla vulgata savojarda-risorgimentale. Infine,nella Sezione 15.0 - La favola del "risorgimento" italiano ho raccolto una vera e propria antologia di scritti passati e recenti sull' argomento.Scritti di studiosi seri,che nulla hanno a che fare con le "esternazioni" di cattedratici,politici, giornalisti e prezzolati consulenti delle nostre tv.
 
Ritorniamo al tema di questa Sezione.Per migliorare la mia situazione professionale, economica e familiare, dovetti sobbarcarmi, negli anni, la partecipazione a ben 5 (cinque) concorsi nazionali (tutti espletati a Roma), tra cui un corso-concorso (di circa un mese!) di formazione professionale nel 1984, previa selezione nazionale (che mi consentì di transitare dal ruolo amministrativo a quello informatico), e a numerosi corsi di aggiornamento professionale in giro per l'Italia, ma principalmente a Roma. Questi sacrifici, però, culminarono nel conseguimento del IX° livello informatico e con l'assegnazione della funzione di Capo dell'Area informatica della sede VCO (Verbano-Cusio Ossola) a Novara, dove poi si concluse nel 2001 la mia carriera di 35 anni all' INAIL. Non mi risulta che tanti altri siano stati capaci di fare altrettanto,cioè di partire da soldato semplice per arrivare al grado di tenente colonnello (senza alcun supporto politico-sindacale-massonico-ecclesiastico).
 
Mi corre l'obbligo di ricordare, a questo punto, qualche collega che ha raggiunto la medesima posizione (e posizioni superiori altrove!), senza mai partecipare ad un vero concorso e, addirittura, godendo di distacco sindacale, quindi non presente sul lavoro per decenni!!! Ma sul web appare qualcuno che scandisce il proprio curriculum (con periodici aggiornamenti) come quello di un tuttologo, tra cui docente universitario[sic!],s enza aver mai conseguito una laurea e/o discusso una tesi in vita sua o partorito uno studio o un lavoro scientifico!). Costui dimentica di ricordarci nel suo curriculum da olimpionico di quando, a Roma, fu cacciato dalla sala di un concorso pubblico perchè sorpreso a copiare! Ma sono cose di normale amministrazione nella realtà dell'Italia repubblicana e democratica, dove le cattedre universitarie hanno preso il posto del sigaro e del cavalierato elargiti dal padre della patria, Vittorio Emanuele II°: "Un sigaro toscano e una croce di cavaliere non si negano a nessuno". Con l'aggiornamento possiamo dire:"Una cattedra universitaria o una laurea H.C. non si negano a nessuno". (A volte capita che vengano elargite con liberalità anche le lauree normali a persone prive di una solida cultura generale, ma impratichite in quelle quattro cose che trattano quotidianamente. Purtroppo, come ci sono molti docenti universitari estremamente severi, ce ne sono tanti altri sensibili ad argomenti non proprio attinenti con la materia insegnata, ed altri ancora che elargiscono i 30 e i 30 con lode come se dispensassero noccioline. Rimando per questo al discorso specifico fatto nella "Nota a margine" della Sezione dedicata a mons.Morelli).
 
Quando passai di ruolo e iniziai la mia carriera amministrativa ebbi modo di dimostrare il mio valore e le mie capacità:in tre anni raggiunsi il massimo punteggio(100,con ottimo)nelle note di qualifica(allora era,giustamente,in uso rilasciare annualmente queste note che delineavano la personalità professionale del lavoratore,dal punto di vista delle capacità,del rendimento,della disciplina,cioè la condotta professionale:è stato un grave errore averle abolite).Ricordo,invece,i piagnistei di diversi colleghe/i al momento della ricezione delle note di qualifica:invece,in quel momento avrebbero soltanto dovuto riflettere sulle modeste capacità,percentuale di rendimento e senso di disciplina dimostrati durante l'anno.
 
(Una vicenda a puntate,una specie di fiction all'italiana!,accaduta nel periodo 1974-75,è rimasta per me memorabile.All'inizio degli anni '70,analogamente a quanto già fatto da altri colleghi socialisti a Roma e in diverse sedi dell' INAIL,avevo creato in sede il NAS(Nucleo Aziendale Socialista),grazie al quale riuscii anche ad aiutare un paio di persone,a me fino ad allora completamente sconosciute,ad essere assunte all' INAIL in qualità di appartenenti alla categoria protetta degli invalidi civili,ai sensi della legge n.482/1968.Uno di essi portò la domanda a casa mia nel luglio 1973 e fu assunto nell'aprile 1974.L'altro anche fu assunto,ma prima di prendere servizio gli fu revocata l'assunzione,che poi fu riconfermata: un vero giallo al quale non furono estranei un paio di colleghi che con il loro sindacato ritenevano di poter spadroneggiare facendo l'en plein:la sede era carente di personale per il 38 per cento e quindi era necessario ricorrere a questo tipo di assunzioni,a livello centrale,visto che era prevista per legge una certa aliquota per ogni sede.Ancora oggi sono fiero di avere contribuito,all'epoca,ad aiutare questi due giovani,che prima non conoscevo e che poi si sono dimostrati professionalmente all'altezza della situazione).
 
Il 4 dicembre 1978 vinsi il I° Premio - Sezione Stampa periodica - del Concorso giornalistico nazionale bandito dall' ENPI (Ente Nazionale Prevenzione Infortuni) sul tema "Sicurezza nel lavoro",Il 6 dicembre a Roma,nel salone della Federazione Nazionale della Stampa furono consegnati i diplomi ai vincitori e gli assegni in denaro (primo premio 1 milione di lire).L' INAIL, sebbene informato,nulla pubblicò di questa mia affermazione.L'anno seguente vinse il primo premio il dott. Francesco Aristodemo, Capo dell' Ispettorato del lavoro del Lazio e poi Direttore generale del Ministero del lavoro e Docente alla Università "La Sapienza" e alla LUISS di Roma:la sua vittoria fu pubblicata nel notiziario della Rivista degli infortuni e delle malattie professionali,rivista scientifica edita dall'INAIL da gennaio 1914.Da notare che il Dott.Aristodemo mi aveva nel frattempo telefonato richiedendo anche una copia del mio articolo scientifico. C'è  bisogno di qualche commento?
 
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Lettera del Direttore generale dell'E.N.P.I.,dott.Carlo Borrini - (Archivio Italo Zamprotta)
 
 
Nel periodo 1979-80 arrivarono alcuni elementi nuovi a rinforzare la pianta organica della sede.Fu instaurato per loro un processo di formazione sperimentale:per tutto il periodo di prova avrebbero fatto il giro dei vari uffici per imparare tutte le procedure e al termine del tour,superato il periodo di prova,avrebbero potuto esprimere una preferenza per l'assegnazione.Mi capitò una persona a cui dovetti spiegare le procedura per la trattazione delle azioni di rivalsa(surroga e regresso)che a quell'epoca facevano parte delle mie competenze professionali.Si trattava di una materia con un suo fascino culturale e professionale,che avrebbe dovuto incontrare il gradimento di questa persona,fornita di una laurea specifica,ma non fu così.In seguito seppi che in sede di Direzione regionale,dove questi nuovi assunti furono sottoposti a verifica di quanto appreso, questa persona dimostrò di avere assimilato poco di quanto spiegatole,e si giustificò dicendo che la formazione ricevuta era stata insufficiente!Ma che cosa ci si poteva aspettare da una persona che si vantava di avere inserito nel suo piano di studi universitario,superandolo,l'esame di "picsologia"? Si, caro lettore, hai letto bene: era proprio l'esame di "picsologia"! Ovviamente questa persona ha fatto carriera.In seguito fu trasferita in un'altra regione,e fece valere la sua laurea diventando dirigente(sic!):come si diventa professore universitario senza avere pubblicazioni scientifiche all'attivo;come si diventa direttore generale di un ente pubblico, provenendo da esso, ma senza avere mai diretto una sede periferica di quell'ente(sarebbe come diventare generale senza aver mai diretto un reparto operativo,ma avendo ricoperto soltanto incarichi di stato maggiore);così si può diventare dirigente,grazie ad un pezzo di carta che presuppone l'esame complementare di "picsologia"!.
 
All'inizio degli anni '80,quando pubblicai la mia dispensa "Recenti risultati della prevenzione antinfortunistica del lavoro nell’ambito CEE",in Collana di Scienze sociali dell’Università popolare di Biella(recensita dal Prof.Dr.Gilberto Pichetto,in seguito vice Sindaco di Biella,poi Assessore alla Regione Piemonte e infine Senatore della Repubblica),Eco di Biella,p.12,21 agosto,con traduzione e note in francese "Récents résultats de la prévention des accidents du travail dans le domaine CEE,L’Avenir,Bruxelles,per complessive 96 pagine;me ne furono chieste diverse copie dall'allora Direttore regionale INAIL,Alessandro Fortunato.Si trattò di un implicito riconoscimento e apprezzamento della mia attività, una reale soddisfazione che non càpita tutti i giorni.Un esemplare di questa mia pubblicazione in francese è catalogato sia  presso la Library of Congress di Washington,la più importante Biblioteca del mondo!,sia presso la British Library di Londra(in quest'ultima Biblioteca è catalogato anche un articolo scientifico di mio figlio Lorenzo,intitolato Preliminary results of a new boron coated neutron detector,2013).Altri tre articoli, di cui è coautore,sono catalogati presso la Harvard University Library Catalog Holiis:sono del 2012,2014,2015.In quella illustre Biblioteca di Harvard è anche catalogato un libro del suo padrino di cresima,e mio grande fraterno amico,Edmondo Tisanna.
 
Ricevetti,nel tempo,lettere di congratulazioni dal vice Presidente,Giuliano Angelini(che in precedenza era stato Presidente dell' INCA)e dal Direttore Generale,on.dr.Amos Zanibelli.Nel 1983,a seguito di richiesta del Presidente dell'Università popolare di Biella,ebbi la soddisfazione di essere autorizzato dalla Direzione generale INAIL a presentare una comunicazione scientifica al Convegno nazionale di studio (Milano,19-21 ottobre 1983) sul Centenario dell'assicurazione degli infortuni e delle malattie professionali in Italia.L'anno seguente fu pubblicato dall' INAIL in 732 pagine,il volume degli Atti che custodisco gelosamente.In esso compare la mia comunicazione scientifica corredata di bibliografia,da p.709 a p.717,ma non vi è traccia di interventi dei numerosi colleghi "soloni"(buoni a parlare,ma non a scrivere!),che ho avuto la disavventura di incontrare sul mio cammino professionale. Si trattò per me di un grande onore e riconoscimento.
 
 
 
 Milano,19-21 ottobre 1983,Copertina Atti del Convegno di studi sul Centenario dell'Assicurazione infortuni e malattie professionali
(Biblioteca Italo Zamprotta)
 
 
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                              Lettera del 16 dicembre 1981 del Direttore Generale INAIL, On.Amos Zanibelli - (Archivio Italo Zamprotta)
On.Amos Zanibelli(1925-1985),Direttore generale INAIL
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    Lettera del 31 agosto 1982 del vice Presidente INAIL, Giuliano Angelini - (Archivio Italo Zamprotta)
 
 
 
L'INAIL ha un suo "Bollettino del personale",a carattere mensile,dove vengono pubblicate tutte le notizie che riguardano il personale:concorsi, graduatorie,promozioni,trasferimenti,sanzioni disciplinari,conferimento di onorificenze.Nel 1984,dopo il conseguimento del Diploma di Assistente sociale, inviai copia autenticata al Servizio personale,ma mai ne vidi la pubblicazione sul suddetto "Bollettino".In quel periodo un collega della sede di Castellammare di Stabia conseguì il medesimo diploma: il "Bollettino" ne riportò tutti gli estremi,mentre per il sottoscritto nulla! Persecuzione? No, solo stupidità.Da notare che in seguito quel diploma mi fu valutato come titolo col relativo punteggio nell'ultimo concorso a cui partecipai.
 
Furono,invece,pubblicate regolarmente da "Flash",un Bollettino periodico di notizie giornalistiche relative alla legislazione sociale,gestito da una redazione centrale(a Roma)dell' INAIL,notizie sulla mia attività didattica e pubblicistica a Biella;semplicemente perchè sensibilizzai un Sindacato: incredibile!
 
Nel giugno 1984 partecipai ad una selezione nazionale bandita dalla nostra Direzione generale per scegliere coloro che avrebbero partecipato al corso-concorso per transitare nel nuovo ruolo,quello informatico.Già molti anni prima,sulla scia dell'INPS,dove l'ing. Gianni Billia,prima responsabile nazionale EDP(Electronic Data Processing)dell'Ente e poi Direttore generale,aveva informatizzato gli uffici centrali e periferici e le procedure di lavoro,l'INAIL si era dotato di una Direzione generale per la Meccanizzazione,poi divenuta dei Servizi informatici,in cui lavorava personale del ruolo statistico-attuariale,alcuni dei quali,insieme ad alcuni amministrativi avevano dato vita alla sperimentazione informatica.Quindi nei primi anni '80 l'INAIL cominciò a formare il proprio personale per attuare l'informatizzazione centrale e periferica,dotandosi,come l'INPS dei mainframe della classe 8100(poi l'INPS passerà all' AS 400,mentre l'INAIL scegliera i mainframe della classe 9370:tutto hardware targato IBM).Alla selezione,che si svolse ad Ostia Lido,parteciparono nel giro di alcuni mesi,circa 3000(tremila) dei circa 10000(diecimila) dipendenti dell'INAILLa superai.In novembre frequentai a Roma,presso la Direzione generale dei servizi informatici,il corso full time di tre settimane(2+1),al termine del quale sostenni l'esame.Qualche giorno dopo giunse in sede il telegramma che comunicava l'esito positivo e il cambio di ruolo e qualifica.Così divenni un informatico.Anni prima non avrei mai pensato di modificare in maniera così drastica la mia situazione professionale.L'anno seguente con un DPR furono ufficialmente introdotte queste nuove qualifiche nel pubblico impiego e mi chiamai Collaboratore informatico,inquadrato nel VII livello professionale.
 
ZamprottaMar7mag85ilBiellese
da "il Biellese", martedì 7 maggio 1985
 

Quanto sopra riferito si inquadra nel radicale cambiamento delle procedure di lavorazione nella PA,di cui INPS e INAIL furono pionieri e antesignani.La lungimiranza di questo progetto innovativo va a Gianni Billia(1934-2004),che fu anche mio Presidente nel 1999 all'INAIL,un vero grande manager e professore universitario,di cui ho visto riconosciuta l'opera e il valore in un testo di studio pubblicato da Gregorio Cosentino e Maurizio Bruschi dell'Università La Sapienza di Roma nel 2007:"1977-2007:trent'anni di domanda e offerta ICT nella pubblica amministrazione italiana",con prefazione di Vittorio Novelli,ed,Giuffrè,Milano.

 

il mio ultimo Presidente all'INAIL,il prof.ing.Gianni Billia

  

Nel 1985,l'anno dopo aver iniziato la mia carriera come informatico,capitò che un funzionario in missione(a causa della cronica carenza di personale)voleva vendicarsi di me e del mio collega per attriti insorti in precedenza,quando avevamo a che fare con la sua "raffinata professionalità" nel ruolo amministrativo. Costui andò ad accusarci presso il dirigente pro tempore sottolineando che,quando andavamo via,lasciavamo il sistema informatico acceso. Apriti cielo!!! Ci vedemmo piombare nei locali del CED,improvvisamente,quattro o cinque persone,tra cui il dirigente e,ovviamente,il delatore. Fummo accusati del misfatto e messi con le spalle al muro.Candidamente feci presente che il sistema doveva stare sempre accesso,24 ore su 24;e che comunque potevano sentire sia le altre sedi sia,soprattutto,la Direzione informatica centrale,a Roma,dove avevamo frequentato il corso,e dove ci avevano insegnato a fare esattamente così. Se ne andarono,tutti, con la coda tra le gambe come cani bastonati.Che figura! 
 
Debbo proseguire per dire che il delatore,in seguito,è divenuto dirigente di sede(sic!),perchè possedeva,come ho detto prima,"raffinate capacità" nel ruolo amministrativo,cui apparteneva.Infatti, quando ero anch'io inquadrato amministrativo in un precedente ufficio,mi aveva richiamato perchè avevo apposto il visto di regolarità all'infortunio di un artigiano autotrasportatore che aveva patito un incidente alla guida della sua autovettura.Il caso non poteva essere regolare,a parer suo,perchè l'infortunato non era alla guida del camion,ma dell'autovettura.Feci presente allo zelante funzionario che l'artigiano autotrasportatore era assicurato anche per l'uso dell'autovettura.Il funzionario allora controllò e fu costretto ad abbozzare.
 
Ancora,per un altro lavoro,mi richiamò perchè non avevo inoltrato ad un debitore un'ingiunzione di pagamento.Gli feci osservare che i tempi di validità dell'atto erano scaduti e,quindi,si doveva richiedere al Pretore il visto di una nuova ingiunzione(all'epoca la procedura voleva così).Rispose che presso la sua sede non si badava a certe cose e si inviava al debitore anche l'ingiunzione scaduta!Penso che sia molto istruttivo per il lettore sapere queste cose,perchè l'Italia abbonda di simili funzionari.Ovviamente questo funzionario in seguito divenne dirigente.Purtroppo tutta la P.A.abbonda di quaquaraqua di questo tipo che fanno grandi carriere!
 
Tralascio di menzionare altri squallidi episodi,perchè so che la P.A.ne è piena e il mio Ente non faceva eccezione.

 

All'INAIL ho dato molto,sempre di più di quello che dovevo in base alla qualifica rivestita.L'unico ringraziamento che posso esprimere a questo Istituto di diritto pubblico,mio datore di lavoro,è quello di avermi consentito,prima,di conoscere il mondo della prevenzione infortunistica grazie allo studio del C.I.D.I.-Centro di Informazione e Documentazione Infortunistica e,in seguito,di conoscere il mondo informatico,frequentando numerosi corsi di aggiornamento professionale,principalmente a Roma,presso l'IBM Semea e l'Olivetti Elea,le due principali istituzioni didattico-formative dell'informatica, operanti negli anni '70-80-90 in Italia.
 
Tra i numerosissimi direttori ricordo con stima il mio secondo Direttore,geom.Anacleto Fizzotti,novarese; e il mio terzo Direttore,avv.Vittorio Pagliaro, napoletano:entrambi professionalmente preparati,dotati di rara umanità e sensibilità.Tra i vecchi colleghi a me preesistenti non posso non ricordare i vecchi colleghi Pietro Cicuta,Riccardo Ottin Pecchio e Alessandro Selva Cascinetto,biellesi anomali,ricchi di umanità e cordialità,scevri da ogni ipocrisia,che mi aiutarono,confortarono,ricevettero a casa loro.Tra i "giovani",cioè coloro che arrivarono dopo di me,posso ricordare soltanto l'alpino biellese Giuseppe Gaida,più anziano di età, di cui conobbi i cordiali genitori,che conobbero anche i miei figli,e del quale più volte sperimentai la leale e sincera amicizia,e che mi precedette di diversi anni in quiescenza;e il dr.Vincenzo Monti,venuto all' INAIL grazie alle disposizioni sulla mobilità tra Enti pubblici,il quale ha poi intelligentemente lasciato la sede di Biella optando per il trasferimento in Toscana insieme con la consorte dipendente ASL.
 
Del vecchio Collega Alessandro Selva ricordo che, il giorno dopo la morte di Luigi Tenco al Festival di Sanremo(quindi sabato 28 gennaio 1967: allora si lavorava anche il sabato),al mattino,entrando in ufficio,mi consegnò un suo foglietto autografo,che riportava i versi della canzone composta dal cantautore e scartata dalla giuria,dicendomi:"Guardi che poesia!".Si trattava della canzone Ciao amore,ciao".Il buon Alessandro Selva(uomo che aveva molto sofferto per la malvagità umana,sperimentata all' INAIL nell'immediato dopoguerra,e qui mi fermo,per carità di patria!)aveva capito la grandezza di quel musicista e poeta che poi è stato etichettato "cantautore".Fui amico di suo figlio,Giuseppe,poi medico ospedaliero,specialista tisiologo,stroncato da un tumore nell'anno 2000.
 
Prima di chiudere questo paragrafo,mi corre l'obbligo di ricordare che tutto ciò che ho maturato all'INAIL è stato frutto delle mie personali fatiche,dei miei sacrifici.Nulla mi è stato concesso dall'Amministrazione,nulla da eventuali sponsorizzazioni di organizzazioni sindacali,politiche, ecclesiastiche o di qualsivoglia altra natura.E a Biella ho vissuto sempre con i proventi del mio lavoro e di quello di mia moglie Maria;e con questi abbiamo allevato i nostri due figli,Luigi e Lorenzo.Lontani dalla nostra terra natìa,senza amicizie particolari e senza appoggi di papà e mammà.Chi vuole intendere, intenda.

 

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