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12.3 Noterelle filologiche

12.3. NOTERELLE FILOLOGICHE - PETITES NOTES PHILOLOGIQUES - SMALL PHILOLOGICAL NOTES  

Introduzione.

 

In questa Sezione intendo raccogliere le note sparse qua e là negli anni nei miei studi biblici,in cui ho incontrato numerose assurdità passate per “parola ispirata”.

 
In altre parole, si tratta di una piccola rassegna di errate traduzioni,scientemente effettuate dagli addetti ai lavori sulla scorta sia di testi lungamente manipolati e giunti fino a noi in una forma che sovente non ha nulla a che fare con l’originale, come ci insegna la seria critica testuale; sia in ossequio ai loro principi confessionali che li obbligano a divergere dalla metodologia scientifica per abbracciare e sostenere i dogmi, la dottrina, l’insegnamento magisteriale, insomma ciò che si deve credere. Comunque, era stato ampiamente previsto: "μάτην δὲ σέβονταί με, διδάσκοντες διδασκαλίας ἐντάλματα ἀνθρώπων", cioè: "Invano mi rendono il loro culto,insegnando dottrine che sono precetti d'uomini" (Mc 7,7).
 
Ovviamente costoro seguono una strada totalmente sbagliata che ha procurato guai a non finire a tutte le chiese cristiane, allontanando i fedeli che si sono sentiti traditi dai loro pastori.Del resto era stato predetto: "Οὐαὶ δὲ ὑμῖν, γραμματεῖς καὶ Φαρισαῖοι ὑποκριταί, ὅτι κατεσθίετε τὰς οἰκίας τῶν χηρῶν καὶ προφάσει μακρὰ προσευχόμενοι· διὰ τοῦτο λήψεσθε περισσότερον κρῖμα", cioè:"Ma guai a voi, scribi e farisei ipocriti! Perché chiudete il regno dei cieli davanti agli uomini; poiché né entrate voi né lasciate entrare coloro che stanno per entrarvi” (Mt 23,13, versione Nuova Diodati).
 
Nel mio piccolo ho cercato di dare un modesto contributo,memore delle lezioni di Scienze bibliche di grandi Maestri che erano alieni da compromessi (Armstrong, Morelli. Salvoni) e, quindi, non sempre trovarono benevoli ascoltatori, ma sovente critici della domenica, cioè studiosi che dicono quello che sanno, ma non sanno ciò che dicono (cioè la maggior parte!).
 
Per ogni lemma o passo fornisco l’autore e il libro con relativo versetto, poi do la traduzione corrente, cioè quella dei tanti traduttori che con la fantasia “hanno tradotto dai testi originali”; infine fornisco la mia traduzione dandone spiegazione.
 
Per la consultazione dei testi originali mi sono avvalso dei seguenti testi che fanno parte della mia biblioteca personale:
  1. TaNaK, by Alfred Rahlfs, The Society for distributing hebrew Scriptures, Edgware, England, 1935
  2. Novum Testamentum graed et latine, by E.Nestle-K.Aland, United Bible Societies, London, 1969
  3. Septuaginta, by Alfred Rahlfs, Deutsche Bibelgesellschaft, Stuttgart, 1979
  4. The Greek New Testament, United Bible Societies, Stuttgart, 1983.
Per le consultazioni del testo biblico in lingua italiana mi sono avvalso di tre testi che ho scelto tra le innumerevoli Bibbie che fanno parte della mia biblioteca personale

 

 

  1. La Bibbia Concordata, Mondadori, Milano, 1968
  2. La Sacra Bibbia. Nuova Riveduta, Società Biblica di Ginevra,prima edizione 1994
  3. Parola del Signore. La Bibbbia in lingua corrente, Elle Di Ci, Leumann,Torino – United Bible Societies, Roma, nona ristampa 1995.

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

1.0.ANTICO TESTAMENTO 

 

 

 

 

 

 

2.0.NUOVO TESTAMENTO 

 

2.1. Τί μοὶ καὶ σοί, γύναι; (Gv 2,4)

Si tratta di una pericope del cosiddetto "miracolo di Cana", il primo operato da Gesù Cristo a seguito di un intervento diretto di sua madre.

Le traduzioni consuete,c he ci tramandano da sempre,dicono: ”Che ho da fare con te, donna? Qualcun altro, credendo di essere à la page, si sbilancia: "Che cosa importa a te e a me, donna?".

Si tratta comunque di traduzioni che mi hanno lasciato sempre molto perplesso. Non ho mai saputo spiegarmi, in tanti decenni di studio, come mai Gesù Cristo si rivolgesse in maniera così impertinente e irriverente a sua madre, sebbene i predicatori della domenica si arrampicassero sui vetri per fornire le spiegazioni più strampalate.

 

Sentivo questa pericope, con le relative spiegazioni, ripetuta in ogni omelia sia che a predicare fosse un semplice sacerdote sia un parroco sia un vescovo sia un cardinale sia gli stessi papi!

Volli vederci chiaro. Andai perciò a consultare il testo greco sia nel Nestle-Aland del 1963 ("Novum Testamentum Graece et Latine") sia nel "The Greek New Testament" del 1985 (edited by Kurt Aland, Matthew Black, Carlo M.Martini, Bruce M.Metzger, and Alan Wikgren) per avere a disposizione l'originale e cercarne per conto mio la traduzione più appropriata.

 

Dopo avere ricercato anche il significato esatto di questa espressione dal punto di visto filologico, ho scoperto che in ebraico antico si usava questa espressione per prendere le distanze da un intervento che si riteneva fuori luogo.

 

Un parallelo lo si può trovare nell’Antico Testamento, Giudici 11,12; e in 2Cronache, 35,2. Ma anche il Nuovo Testamento ci può supportare in questa ricerca. Infatti, In Matteo 8,29 noi troviamo Τί μοὶ καὶ σοί, γύναι;, che significa "che cosa abbiamo noi in comune con te.

Pertanto, noi nella fattispecie possiamo benissimo tradurre “che cosa c’entriamo io e te, (mia) signora? E dico signora, non donna, come da secoli si continua scioccamente a tradurre e a predicare.

Infatti, γναι è un vocativo, e come tale non va tradotto donna, ma signora, come insegnano la lingua e la letteratura greche.

Numerose esempi vi sono in questo senso, mi limito a citarne alcuni: Euripide, Medea, 290; Teocrito, 15,12; Eschilo (Persiani, 704; cfr.Belloni, 1994; Boschetti, 2003-2004).

In Eschilo, per esempio, seguendo lo studioso Boschetti, si tratta di un vocativo onorifico. E per essere onorifico si deve intendere o Donna che precede il nome di battesimo, come si usa a livello nobiliare o istituzionale (per esempio, Donna Maria) o Signora.

Pertanto, a mio modesto avviso, signora corrisponderebbe a domina ovvero a mea domina, cioè “mia signora”, (quello che in seguito diventerà Madonna), un modo riverente di rivolgersi alla propria madre, e non irriguardoso e alterato, come ci hanno fatto intendere fino ad oggi le traduzioni “ad capocchiam” degli innumerevoli “studiosi” che vi si sono cimentati.

A questo punto non posso esimermi da una nota polemica e critica. Come mai i tanto celebrati dottori e professori che pubblicano edizioni della Bibbia (tradotta dai testi originali!) non parlano di ciò che io ho esposto sopra? Io sono solo un appassionato dilettante, loro sono spesso plurilaureati (laurea in teologia, in scienze bibliche, in lettere classiche, in filosofia, in filologia,in lingue orientali, e via discorrendo. Sovente insegnano queste materie o nelle università pontificie o nelle università pubbliche di tutto il mondo. Autori di migliaia di pubblicazioni.). C'è una risposta sola: SI TRATTA DI DISONESTA' INTELLETTUALE. Sono purtroppo condizionati dai dogmi e dai precetti delle loro confessioni religiose e hanno buttato alle ortiche la vera ricerca scientifica piegandola a interessi di parte. Vergogna!

A tutti costoro - e sono migliaia e migliaia dalle origini del cristianesino a tutt'oggi, e continueranno ad aumentare - possiamo applicare quanto disse Gesù Cristo: οὐαὶ ὑμι̃ν τοι̃ς νομικοι̃ς ὅτι ἤρατε τὴν κλει̃δα τη̃ς γνώσεως αὐτοὶ οὐκ εἰσήλθατε καὶ τοὺς εἰσερχομένους ἐκωλύσατε (Lc,11,52),che significa :"Guai a voi maestri della Legge, perchè avete portato via la chiave della vera scienza: voi non ci siete entrati e non avete lasciato entrare quelli che avrebbero voluto", cioè biblisti, teologi, vescovi, papi; quindi tutti coloro che hanno il compito di insegnare, indirizzare il popolo di Dio. Questo è stato fatto finora con grande accortezza, e si continua stoltamente a fare, dimenticando che oggigiorno chiunque lo voglia può verificare e rendersi conto dell'odioso inganno perpetrato a danno dei credenti.

  

 

2.2.Lo Spirito procede dal Padre e dal Figlio?

 

ὅταν δὲ ἔλθῃ ὁ παράκλητος ὃν ἐγὼ πέμψω ὑμῖν παρὰ τοῦ πατρός, τὸ Πνεῦμα τῆς ἀληθείας ὃ παρὰ τοῦ πατρὸς ἐκπορεύεται, ἐκεῖνος μαρτυρήσει περὶ ἐμοῦ”,cioè: “Ma quando sarà venuto il Consolatore che io vi manderò da parte del Padre,lo Spirito di verità che procede dal Padre,egli testimonierà di me.” (Gv 15,26).

 
 
2.3.I due (2) sabati della Passione.
 
 
2.4.
 
 
 
 
 
 
 
 
 

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